Ma in un mare più grande già sentivo mia la tristezza cantata dagli uomini per non buttarsi via


C'era una gran festa nella capitale perché la guerra era finita. I soldati erano tornati tutti a casa ed avevano gettato le divise. Per la strada si ballava e si beveva vino, i musicanti suonavano senza interruzione. Era primavera e le donne finalmente potevano, dopo tanti anni, riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò e fu proprio allora che tra la folla, per un momento, a un soldato parve di vedere una donna vestita di nero che lo guardava con occhi cattivi...


Non saprei davvero come iniziare a descrivere quel che ho visto, quel che ho sentito, quella meravigliosa fresca sera del 08.08.2012, là, alla Versiliana, un luogo magico, incantevole, la cui atmosfera rende degno di sé qualsivoglia evento renda partecipe i suoi spettatori.

Se dovessi riportare qui per iscritto ogni singola parola che quell'uomo stupendo, Vecchioni, abbia proferito quella sera, mai e poi mai saprei riprodurre ogni singolo concetto, preconcetto, cognizione filosofica, così come da lui sono stati pronunciati; la trascinante estasi del concerto di allora in cui mi sono ritrovata non mi concede ora questa possibilità, a mo' di Dante Alighieri nella cantica paradisiaca. Come sempre, posso esprimermi per immagini e brevi concetti di questo straordinario spettacolo per gli occhi e per le orecchie. Orsù, si comincia!

Chi è Roberto Vecchioni?
Vecchioni è una persona magnifica, un poeta, un musichiere magnifico, una magnifica presenza di musica, filosofia, conoscenza, esperienza, vita e commozione umana. Un uomo da sposare, insomma. Un uomo che non manca di umanità e forte senso dell'umorismo, ma soprattutto di umanità musicale in senso stretto.





Ecco di seguito un piccolo assaggio della sua filosofia e della sua moralità e del suo modo d'essere con se stesso e con gli altri:



Un uomo eclettico, dai mille volti, capace di far sorridere e commuovere al contempo; capace di sdrammatizzare e volgere un caldo tiepido sorriso alla vita e di farle il solletico, quella sera Roberto ci ha fatto ridere con una graziosa barzelletta sulla morte come parte integrante della vita, sdrammatizzandola e facendoci su una grassa risata:

Tre uomini sono in fila per entrare in paradiso. 
Il primo racconta la sua storia.
"Per lungo tempo ho sospettato che mia moglie mi tradisse, così oggi sono tornato a casa prima per coglierla sul fatto.
Appena sono entrato nel mio appartamento al venticinquesimo piano ho subito percepito che c'era qualcosa che non andava..
Ma ho cercato dappertutto e non sono riuscito a trovare il tipo.
Finalmente esco sul balcone ed eccolo lì, appeso al balcone, a 25 piani dal marciapiede.
A questo punto ero incazzato come una bestia, e comincio a dargli calci, ma lui niente, non cade.
Così piglio un martello e comincio a martellargli le dita e così finalmente cade giù.
Ma dopo una caduta di 25 piani, atterra su una siepe, è intontito ma non è morto.
Non riesco a resistere, vado in cucina, prendo il frigorifero e glielo lancio addosso, uccidendolo sul colpo.
Ma a causa della rabbia mi sono beccato un infarto, morendo lì, sul balcone".
"Sembra proprio che tu abbia avuto una morte terribile" - dice San Pietro, ed ammette l'uomo in paradiso.
Arriva il turno del secondo uomo che comincia: "È stato un giorno molto strano.
Vede, io abito al ventiseiesimo piano del mio palazzo, ed ogni mattina faccio ginnastica sul mio balcone. Stamattina devo essere scivolato su qualcosa, mi sono sbilanciato e sono cascato oltre la ringhiera.
Per fortuna però sono riuscito ad aggrapparmi alla ringhiera del balcone dell'appartamento sotto al mio. Ad un tratto esce fuori questo tipo sul balcone.
Io ho pensato di essere salvo finalmente, ma questo comincia a picchiarmi ed a darmi calci.
Mi sono tenuto con tutte le mie forze fino a quando il tipo non è rientrato nell'appartamento a prendere un martello con il quale ha cominciato a martellarmi le dita.
A questo punto ho mollato, ma ho avuto di nuovo fortuna, cadendo in una siepe dopo un volo del genere. Ero intontito, ma per il resto tutto a posto.
Quando cominciavo a pensare che tutto sarebbe andato per il meglio e mi sarei ripreso ecco che arriva questo frigorifero dal cielo e mi schiaccia sul posto, ed eccomi qui...".
Ancora una volta San Pietro deve ammettere che si tratta di una morte parecchio terribile.
Il terzo uomo arriva davanti a San Pietro, che gli chiede la sua storia.
Il terzo uomo comincia: "Si immagini questo... Sono lì, nudo e nascosto dentro un frigorifero....".

Una canzone e di volta in volta un intermezzo della sua poesia: ecco qual era quella magia che ha reso unico quel concerto meraviglioso, indimenticabile!

La filosofia, le dispute sul Bifidus Acti Regularis ("E dopo 40 anni di insegnamento, ancora non sono riuscito a capire che cazzo vuol dire Bifidus Acti Regularis!" 😂), le lamentele scherzose sulla moglie che lo manda al supermercato a comprare l'Activia Zero Grassi...TUTTO MAGNIFICO! 💕



Le canzoni si susseguono, ma purtroppo solo una sono riuscita a filmare per una buona parte; ecco a voi il video; la canzone è Voglio una donna:



La gente scatenata, emozionata, in totale fibrillazione: così mi sentivo anch'io, essendo il mio primo concerto visto e gustato appieno, in e con tutti i sensi.

Per concludere, la gente, dato che tutti si erano accorti che qualcosa mancava a completare il puzzle, invocava quel titolo, quel luogo ermetico, fausto:

Samarcandaaa! Samarcandaaa!


Ecco che mancava, accidenti! L'essenza! 
Dopo aver ricevuto la cittadinanza di Pietrasanta e come tutore delle lettere e della poesia, quell'incanto ha avuto il suo seguito: tutti scatenati, tutti non vedevano l'ora di ascoltare quel suono, quella canzone! Sfortunatamente non avevo più spazio per riprendere il meglio, ma vi posso assicurare, con franchezza, che quella vissuta è stata una magia senza fine, un Eden eterno...
xoxo,

Costanza

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